
La conservazione delle risorse naturali è una delle più grandi sfide di oggi: le piante ci danno cibo, protezione e l'aria che respiriamo...
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La principale attrattiva della Burcina è sicuramente la collezione dei rododendri che occupa una conca di circa due ettari e che tra maggio e giugno, durante la fioritura, rappresenta uno spettacolo veramente di eccezione.
Il genere Rhododendron comprende circa 800 specie originarie dell'Asia, dell'Australia, dell'Europa e dell'America settentrionale. Si tratta di un genere notevolmente variegato, lo si rinviene infatti dal livello del mare fino alle quote più elevate.
I rododendri del Parco Burcina, classificati "ibridi a grandi fiori", furono messi a dimora da Felice Piacenza tra il 1892 ed il 1925 e derivano da specie originarie delle regioni himalayane e del Caucaso, coltivati da vivai del Belgio e della Francia
settentrionale. Sono stati quasi tutti innestati su Rhododendron ponticum, una specie originaria del Caucaso, molto vigorosa, che produce un fiore color lilla e che si sta naturalizzando nel parco.
Il loro sviluppo è, senza dubbio, stato favorito dal clima umido e piovoso e dalla natura acida del suolo.
Le piante, ormai centenarie, hanno raggiunto dimensioni considerevoli: ne sono stati censiti dall'Università di Torino 1210 esemplari.
La collezione del Parco Burcina è uno scrigno di biodiversità varietale: in una lista che risale agli anni '30 del secolo scorso sono citati ben 127 nomi di cultivar differenti...
Chiara Maria Carla Trinchieri (nata a Milano nel 1961), si è diplomata al Liceo Artistico di Brera ed alla “Scuola Politecnica di Design” di Nino Di Salvatore e di Bruno Munari, lavora presso alcune case editrici.
Nel 1986, frequenta presso il “Centro Botanico” di via Dell'Orso a Milano un corso di acquarello botanico e da quel momento coltiva con pazienza questa difficile e antica disciplina, che coniuga l'attenta rappresentazione del mondo vegetale con la ricerca
artistica.
Ha deciso di iniziare ad illustrare i "Rododendri della Burcina", soggetto difficile per la forma, per i colori brillanti e per la delicatezza degli stessi, grazie alla zia Carla Delleani, che le ha insegnato ad amare il Parco Burcina nella sua bellezza in ogni stagione.
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