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Fioriscono al Giardino... le Ortensie

L'affascinante storia delle ortensie inizia dal loro nome: in lingua cinese sono chiamate "Fiori degli otto immortali" ed erano coltivate già in epoca Ming, nei giardini della regione di Jangnan, ad Ovest di Shangai. Quanto all'origine del nome "ortensia", le notizie non sono certe, poichè esistono diverse versioni. La più accreditata riferisce che l'esploratore e naturalista francese Philibert Commerson, nel Settecento, chiamò così questo fiore ispirandosi alla sua amante, Hortense Barrè, che l'aveva accompagnato, vestita da uomo, nella spedizione intorno al mondo guidata nel 1766 da De Bouganville. Le ortensie da un punto di vista botanico fanno parte del genere Hydrangea, che è stato classificato nella famiglia delle Hydrangeaceae. Si tratta di una pianta antichissima, di cui sono state trovate tracce fossili collocabili in era Terziaria (Eocene, Oligocene e Miocene), da 70 a 12 milioni di anni fa.

Le zone di differenziazione del genere Hydrangea sono diverse: le specie Hydrangea macrophylla, H. serrata, H. involucrata, H. paniculata, H. aspera, H. heteromalla e la rampicante a foglia decidua H. petiolaris sono originarie dell'Asia Orientale, H. arborescens e H. quercifolia si sono differenziate nella parte orientale degli Stati Uniti, mentre le "strane" ortensie rampicanti sempreverdi H. seemani e H. serratifolia provengono dagli altipiani temperati della parte occidentale del Centro e Sud America.

Il nome Hydrangea non è stato dato alla pianta, come si potrebbe pensare, per la sua proprietà di bere acqua quanto un... elefante (un grosso esemplare può bersi anche 50 litri al giorno), bensì per Hydra, la terrificante figura mitologica con capelli a forma di serpente simili alle asperità presenti sopra la capsula che ne contiene i semi.
In Inghilterra si parlò di ortensie nel 1736, si trattava di una H. arborescens americana a fiori bianchi, che, ricevuta da Peter Collison nel 1736, fiorì solamente dopo 10 anni...
si sa, la pazienza è una virtù irrinunciabile per il giardiniere.
In America il nome Hydrangea comparve per la prima volta nel testo del naturalista Grovinius (Flora Virginica, 1739). Nei giardini giapponesi, invece, la presenza e la popolarità delle ortensie era già notevole durante il diciassettesimo secolo, ma dato che le sue frontiere furono chiuse dal 1639 al 1856 a qualunque contatto col mondo esterno, l'accesso alle sue varietà era praticamente impossibile. Grazie comunque alle “incursioni” di alcuni botanici europei (tra cui vanno ricordati il botanico svedese Carl Peter Thunberg, allievo di Linneo e il dottor Philipp Franz von Siebold) alcuni esemplari vennero trafugati ed ebbero presto una descrizione botanica, anche se inizialmente vennero classificati nel genere Viburnum.

Nel diciannovesimo secolo comunque molti esemplari di H. macrophylla, H. serrata, H. involucrata, H. paniculata furono introdotti in Europa dall'Estremo Oriente, mentre solo alla fine dello stesso secolo H. aspera e H. heteromalla furono introdotte in Inghilterra dal Nepal.
Infine le ortensie rampicanti del Centro e Sud America arrivano in Europa nei primi anni del ventesimo secolo.

Quelle che ora molto spesso vediamo nei nostri giardini, non sono altro che piante che si sono conquistate il loro posto all'ombra, cioè appartenenti alla H. hortensis o H. macrophylla, con almeno 370 varietà orticole, ma un vero giardino di Ortensie è tutt'altra cosa. Intanto vi è una vasta scelta di specie, cinesi, americane, rampicanti, sempreverdi, a fiore rosso, addirittura profumate, caratteristica, questa, piuttosto sconosciuta. Sono ortensie adatte al giardino ed in molti casi create apposta per farne parte: seguendo poche indicazioni è possibile evitare di avere invece di fantasmi verdognoli, fiori colorati...

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